Nazionale

L'Uisp al World Social Forum: diario da Tunisi - 1

Come col Brasile... l'Africa ci salverà?
Tunsi, 26 marzo 2013

L'Uisp arriva a Tunisi e Tunisi la accoglie con la sua bellezza e il suo ritmo frenetico. Una moltitudine di gruppi, associazioni, organizzazioni sindacali (e tante, tantissime persone anche individualmente) si è mobilitata per dare il benvenuto ai partecipanti al Forum Sociale Mondiale venuti da tutto il mondo.L'Uisp a Tunisi per il World Social Forum

C'è molta fretta, perché i preparativi hanno subito un forte ritardo e ora si corre per riuscire a fare tutto in tempo. Un ritardo comprensibile visto che il 6 febbraio - solo qualche settimana fa... - la tragica uccisione dell'avvocato Chokri Belaid -  tra i leader più significativi della rivoluzione dei gelsomini - ha colpito al cuore proprio la società civile tunisina che crede nell'importanza di questo appuntamento internazionale, sente il bisogno di aprirsi, confrontarsi con il mondo e soprattutto con noi europei, e guarda a noi italiani in  particolare. Il Consiglio internazionale del Forum (di cui fa parte anche l'Isca) ha scelto la Tunisia per scommettere sul futuro. Consapevoli della crisi non solo economica che attanaglia l'occidente e soprattutto la vecchia Europa, anche i movimenti sociali devono provare a rielaborare le proprie forme di attivazione, confronto e socializzazione delle proprie questioni messe in agenda e delle forme delle lotte.  L'occasione è speciale almeno quanto la caparbietà della società civile tunisina, che nonostante tutte le difficoltà - politiche, economiche, logistiche - ha voluto mantenere l'appuntamento sfidando l'amarezza, il dolore e gli ostacoli oggettivi.

Chi sta lavorando alla costruzione del miracolo di questa edizione del Forum è alle prese con una fase difficilissima della transizione dalla dittatura verso una nuova democrazia. I tunisini aspettano molto da questa pagina di storia che il Fsm dovrebbe rappresentare per loro. Una responsabilità enorme che speriamo il resto del mondo arrivato a Tunisi sia all'altezza di scrivere interloquendo con chi qui lotta per costruire una società più giusta, libera e laica e misurandosi con il coraggio dei tunisini, senza negare le debolezze che fino ad ora hanno segnato la capacità di incidere concretamente sulla qualità della vita delle persone. Un esempio senza scampo, lo offre il tema delle migrazioni e di come l'Europa, l'Italia prima di tutto lo affronta. Sono ormai anni, decenni che milioni di persone dall'Africa danno vita ad una carovana ininterrotta  per gettarsi nel Mediterraneo, rischiando la vita, pur di cercare di approdare sulle nostre coste e darsi una possibilità di costruire una vita. La cruna dell'ago attraverso cui devono passare però è una catena di difficoltà e umiliazioni che sono inaccettabili per chi crede nel rispetto dei diritti e della dignità umana. Nonostante le nobili battaglie che su questo fronte molte realtà della società civile italiana ed europea fanno tutti i giorni, non sono bastate ad invertire la rotta, a fare cancellare le regole per l’entrata dei cittadini “extra comunitari” nell’area di Shengen.

Un giovane breakdancer che collaborerà con l'Uisp nelle attività allo stand Sport per tutti del Fsm, mentre parliamo dello sviluppo delle nostre relazioni di scambio future, solo all’idea di affrontare il calvario delle procedure per ottenere il visto per venire in Italia, per partecipare a un festival di danza o per venire ai Mondiali Antirazzisti, viene colto dall’angoscia e quasi ci rinuncia. E’ una cosa nota in tutta l’Africa e qui in Tunisia è anche più dura da digerire. Perché come ci dicono i ragazzi dello staff della logistica del Forum, “noi abbiamo tifato per l’Italia quando avete giocato col Brasile pochi giorni fa. E’ naturale. Siete i nostri vicini, siete come noi, nostri fratelli e sorelle! Meno male che avete pareggiato!". Gli ribatto: “siamo talmente fratelli che per l’ennesima volta è stata l’Africa a salvarci: Balotelli, El Sharawi…”. I tanti giovani che incontriamo sono freschi, pieni di idee, di speranze e di scambi ne vorrebbero molti e molti di più tra i nostri paesi. Una donna locale meno giovane ci dice: “Una volta non era così. Non dovevi passare la notte davanti al consolato per fare la fila e avviare la procedura del visto. In virtù della frequentazione secolare di italiani in Tunisia e tunisini in Italia, c’erano relazioni di scambio continue e una familiarità vera. Noi amiamo gli italiani e l’Italia è il paese che più ci piace e sentiamo vicino, anzi è vicino! Eppure c’è questo muro che i vostri governi, la vostra Unione Europea hanno costruito e che ci separa, ostacolando rapporti naturali di amicizia". C’è molto da riflettere su queste semplici parole. Possibile che proprio non riusciamo a rompere questo muro? Forse il fatto che la nuova Presidente della Camera Laura Boldrini abbia parlato di questo nel suo discorso inaugurale è un segno che ci può dare qualche speranza.

L'allestimento delle strutture che ospiteranno le attività del Fsm è in pieno svolgimento. Ieri arriviamo all'Università El Manar sotto un forte temporale che ha rovesciato ettolitri di acqua sommergendo l’area che ospiterà il nostro Spazio Sport per tutti. Solo acqua e fango e ci chiediamo come faremo... Dopo qualche ora alcuni trattori spianano il terreno portando terra e ghiaia e cominciamo a immaginare che un altro mondo è possibile! Raccogliamo i materiali abbandonati che troviamo in tutto il campus, specie ora che si stanno svolgendo i lavori di risistemazione dell’Università. È uno degli effetti positivi del Fsm che resterà ai tunisini: ristrutturazione di edifici che ospitano le lezioni e dei campi sportivi. Ne siamo molto orgogliosi. Cassette della frutta, tubi, bottiglie di plastica, bicchieri di carta, bidoni, tutti materiali che sotto il motto delle tre R (Riduco Riciclo Riuso) ci attrezziamo per costruire lo spazio che da domani ospiterà le attività di pallavolo, calcetto, giochi e danze tradizionali, giocoleria e pure la breakdance.
Con noi della Uisp che insieme a Isca, Ufolep e Ligue de l’Insegnement abbiamo promosso questo Spazio sport per tutti, ci saranno anche gli attivisti delle polisportive di Sport alla Rovescia e Ya Basta con cui realizzeremo anche attività itineranti in tutta l’area del Fsm.

Oggi cominciamo il Forum con l’assemblea e la manifestazione delle donne che attraverserà la città e noi ci saremo con il nostro striscione sullo sport per tutti come strumento di inclusione sociale, di scambio e di nuova relazione tra italiani e tunisini… Non a caso lo striscione porterà il motto dello sport per tutti in francese e arabo ed è stato scritto grazie a migranti tunisini che vivono nella Varese di Alessandra Pessina che li ha coinvolti nella preparazione del Forum. Possiamo dire che una relazione diversa abbiamo cominciato a costruirla!

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